Il mio percorso"Spesso bisogna viaggiare: una rete di contatti internazionale è fondamentale per la carriera universitaria."
Sono professoressa ordinaria di management internazionale. Lo scopo delle mie richerche è ottimizzare la gestione delle aziende internazionali e di organizzazioni come l’ONU e le ONG, ad esempio aiutandole a snellire le loro strutture amministrative o ad affrontare questioni come quella dei rifugiati grazie all’ausilio della tecnologia digitale, sempre nel rispetto della sfera privata. Poi c’è l’insegnamento a livello Bachelor e Master e nell’ambito della formazione continua: sono infatti direttrice accademica dell’International Organizations MBA (IO MBA), un’attività che mi permette di lavorare a stretto contatto con i manager di grandi aziende. Infine dirigo l’Institut de management della Geneva School of Economics and Management (GSEM), dove sono responsabile di circa 30 persone. Anche questo un bell’impegno.
Ciò che mi appassiona. La ricerca fondamentale e le sue ricadute pratiche, il passaggio dalla dimensione accademica a quella delle organizzazioni, pubbliche o private. E l’innovazione, ovviamente. La molla che mi spinge, soprattutto al mattino, sono i miei figli, che richiedono tanta energia, e poi il fatto di avere un lavoro in cui mi posso organizzare autonomamente, che mi permette di trattare diversi temi e di essere circondata da persone motivate. La varietà.
Il mio percorso. Sono austriaca, di Vienna, dove ho frequentato sia la scuola che l’università. Ho due Master, uno in management e l’altro in filosofia. È sempre a Vienna che ho sostenuto la tesi e fatto il dottorato. Ho lavorato in diversi Paesi come il Canada, l’Australia e il Regno Unito. A Londra ho concluso un post-doc alla London Business School proseguendo la mia carriera fino a diventare full professor prima a Linz (Austria) e poi all’Università del Sussex (Regno Unito). Sono professoressa ordinaria a Ginevra da tre anni e mezzo. Ho intrapreso la via universitaria per un gioco di coincidenze, in realtà non era quello che avevo in mente, nemmeno dopo il dottorato. Sono stata incoraggiata in questa direzione. Ho potuto contare sul sostegno dei miei genitori, di mio marito e dei miei figli. Quando si decide di fare carriera ci sono dei periodi molto intensi, è importante che la famiglia capisca. Spesso bisogna viaggiare: una rete di contatti internazionale è fondamentale per la carriera universitaria.
Difficoltà, ostacoli? Ci sono pochissime professoresse nel mio settore, ma le commissioni devono essere composte per il 50% da donne. Una contraddizione in termini. Inoltre le donne tendono ad accollarsi più oneri amministrativi, il che impedisce loro di fare ricerca e quindi di avanzare.
Sono orgogliosa di non perdere mai il buonumore, nemmeno nelle situazioni più stressanti.
Le ski, la voile, lire beaucoup, surtout des livres de philosophie.
Les femmes et les hommes qui sortent du cadre, qui vont au-delà de ce qui est prescrit.
Quasikristalle (Eva Menasse) et How to train your dragon (Dean DeBlois et Chris Sanders), vu avec mes fils.
Un tableau au mur de mon bureau : Connecting the dots de Katarina Reinsch, relier les points, cela me correspond bien.
Le vert
Prendre le temps d’être par exemple sur une plage avec ma famille.