Stéphanie Lacour

1975

Professoressa al Politecnico federale di Losanna (EPFL), Losanna

Situation professionnelle en 2019

"Ho avuto un entourage personale e professionale positivo e incoraggiante che mi ha sempre sostenuta nella mia carriera e nelle mie scelte. L’ostacolo principale è non credere abbastanza in se stessi."

Il mio percorso

Sono professoressa ordinaria alla Facoltà di scienze e tecniche ingegneri- stiche in due istituti, quello di microtecnica e quello di bioingegneria; inoltre dirigo il Centro di neuroprotesi dell’EPFL, che raggruppa otto laboratori presso il Campus Biotech di Ginevra. Insegno e sono a capo di un’équipe di ricerca interdisciplinare formata da una quindicina di persone provenienti da diversi settori, ingegneria, chimica e scienze della vita. Le nostre attività vertono sulla concezione e lo sviluppo di futuri dispositivi biomedici, le neuroprotesi, destinati al settore della traumatologia e delle malattie neurologiche. Il mio lavoro è nel contempo molto strutturato e molto libero.

Ciò che mi appassiona. Imparare e mettere insieme le conoscenze a cavallo tra scienze ingegneristiche e scienze della vita. L’idea di fabbricare un dispositivo o un impianto che un giorno possa rivelarsi utile per le persone con disturbi neurologici. La mia équipe e le nostre sfide tecnologiche.

Il mio percorso. Quello classico per una docente universitaria: studi di ingegneria elettrica all’INSA di Lione, post-doc all’Università di Princeton negli Stati Uniti, un primo posto di ricercatrice indipendente all’Università di Cambridge per poi fondare il mio laboratorio all’EPFL nel 2011 come professoressa assistente. Ho sempre avuto dei maestri eccezionali che mi hanno seguita e sostenuta, soprattutto il mio professore di Princeton, che mi ha trasmesso la passione per il lavoro accademico e ha saputo guidarmi verso un programma di ricerca personale aiutandomi a costruire una mia rete di relazioni professionali. Non ci siamo mai persi di vista e ci sentiamo regolarmente.

Non sarei arrivata fin qui senza l’incrollabile sostegno dei miei genitori e di mio marito. È un lavoro di squadra! Ho potuto anche contare su alcuni colleghi «chiave» che hanno avuto fiducia in me e mi hanno dato un’opportunità.

Difficoltà, ostacoli? Ci sono solo 24 ore in una giornata e così tante cose da fare… La professione di docente (e il percorso per diventarlo) richiede molto tempo, lavoro, umiltà e perseveranza. Un ostacolo è senz’altro la gestione del tempo. Per una donna, poi, si aggiunge la corsa contro l’orologio biologico. Ho avuto un entourage personale e professionale positivo e incoraggiante che mi ha sempre sostenuta nella mia carriera e nelle mie scelte. L’ostacolo principale è non credere abbastanza in se stessi.

Sono orgogliosa di essere riuscita a conciliare vita familiare e passione per la ricerca: è possibile essere donna, madre e professoressa di scienze e ingegneria. Di dirigere una mia équipe e un mio laboratorio, di formare i membri del mio gruppo e accompagnarli verso la fase successiva della loro vita professionale. Sono una pioniera nell’ambito dell’elettronica flessibile ed estensibile e della sua applicazione alle neurotecnologie. Il mio gruppo ha recentemente fatto una scoperta fondamentale: gli impianti «flessibili» si integrano meglio a contatto con i tessuti neuronali rispetto agli impianti «rigidi». A partire da questo risultato, il nuovo quesito a cui cercheremo di dare una risposta è: gli impianti di domani saranno invisibili e integrati nei tessuti biologici? I miei punti di forza: sono estremamente organizzata e collaboro con ricercatrici e ricercatori di settori molto diversi (scienza dei materiali, elettronica, meccanica, neuroscienza e neurochirurgia).

Questionario di Proust

Questo riquadro viene presentato nella lingua originale
Au-delà de votre profession

Mes enfants :-) et la musique, je suis flûtiste.

Des personnes qui vous inspirent

Simone Veil

Un livre

Henry V (William Shakespeare)

Un modèle

Mon mentor : le professeur Sigurd Wagner à Princeton.

Un objet

Mon carnet moleskine

Une couleur

Le rouge

Un rêve

Un safari en Afrique