Il mio percorso"I miei genitori, che mi hanno fatto crescere in un ambiente egualitario e femminista grazie al quale si è profondamente radicata in me la convinzione che essere donna non significa rinunciare alle proprie ambizioni."
Essere produttrice cinematografica significa aiutare un’autrice o un autore a realizzare il film che ha in mente a partire dall’idea originale fino all’uscita nelle sale.
Ciò che mi appassiona. L’accompagnamento artistico e tutto il suo corollario: la ricerca di finanziamenti, gli ostacoli da superare, le avventure umane… Mi piace anche nutririmi dello scambio costante con artiste, artisti, colleghe e colleghi. Inventarmi sfide sempre nuove. Essere, nel mio piccolo, politicamente attiva: mettere in discussione le modalità e le abitudini di realizzazione, la rappresentatività, essere coerente con le mie idee, sia sul piano intellettuale che artistico.
Il mio percorso. Sono arrivata fin qui dopo 15 lunghi anni di gavetta. Ho iniziato la mia carriera nel settore della fotografia contemporanea, dai 23 ai 25 anni sono stata direttrice del Centre de la Photographie di Ginevra. Anche gli studi hanno contribuito a fare di me quella che sono. La mia vita è costellata di incontri importanti ma se dovessi citarne uno, uno solo, direi che è stato quello con Max Karli (ebbene sì, un uomo!), il mio più grande alleato, insieme al quale ho commesso la follia di aprire una società di produzione.
Devo molto anche ai miei genitori, che mi hanno fatto crescere in un ambiente egualitario e femminista grazie al quale si è profondamente radicata in me la convinzione che essere donna non significa rinunciare alle proprie ambizioni. Ho inoltre avuto la fortuna di poter contare, in diverse tappe del mio percorso professionale, sul sostegno di persone che mi hanno saputa incoraggiare restando nell’ombra. Loro sanno a chi mi riferisco…
Difficoltà, ostacoli? Ho un team fantastico al quale posso delegare gran parte del lavoro amministrativo, meno male! Le scartoffie prendono un sacco di tempo e io non sono proprio fatta per il lavoro d’ufficio, mi dà il mal di testa…
La solita dose di misoginia quotidiana, nel cinema poi, dove l’idea di qualche piccola «concessione» è amplificata dalla fama di un ambiente troppo spesso sinonimo di seduzione, glamour, potere, notorietà, denaro… Avere come socio un uomo mi ha senza dubbio messa al riparo da certe «richieste». La diffidenza esiste, inutile negarlo, nel mondo del cinema circolano moltissimi soldi, ma sono felice di constatare che, da questo punto di vista, la situazione in Svizzera è di gran lunga migliore rispetto a quella in cui si trovano alcune colleghe produttrici in altri Paesi, soprattutto di cultura latina.
E il paternalismo, che purtroppo non conosce confini!
Penso di essere una buona compagna di squadra per le autrici, gli autori, le registe e i registi, e il mio team in generale. La sensibilità artistica, lo spirito battagliero e la creatività che mi contraddistinguono fanno di me una partner esigente, ma fedele e leale.
Mes enfants, mon métier, l’art et la littérature.
Mes amies et amis.
Je pense que jamais je ne pourrai répondre en deux mots à cette question. Mais les écrits de Susan Sontag, de Serge Daney ou d’Hannah Arendt notamment, sont importants pour moi.
Beaucoup. Principalement des femmes artistes. Et ma mère.
Un masque
Le vert céladon
Le don d’ubiquité et un sommeil facile.