Il mio percorso"Sono orgogliosa del mio impegno per la transizione ecologica, di preparare il mondo di domani che si spera meno consumista e più rispettoso delle risorse naturali."
Sono insegnante-ricercatrice in ingegneria elettrica all’Université de Franche-Comté (UFC) e ho tre incarichi: la formazione di studentesse e studenti dalla laurea al dottorato, la ricerca nel settore dell’energia elettrica, dell’energia idrogeno e dell’efficienza energetica e la vicedirezione di un grande laboratorio scientifico di ingegneria e scienze dell’informazione (800 persone).
Ciò che mi appassiona. Il mio lavoro. La ricerca permette di imparare cose nuove tutti i giorni, di essere creativa, di far emergere collegamenti inaspettati tra conoscenze acquisite durante tutta la carriera. È una professione in cui si lavora in collaborazione con esperti del mondo intero. Formare le giovani generazioni permette di rimanere in contatto con loro, di conoscere le loro aspirazioni, il loro modo di imparare e di relazionarsi al mondo. In fin dei conti, penso che ciò che mi motiva di più sia lavorare con gli altri.
Il mio percorso. Due colleghi mi hanno permesso di affermarmi. Hanno avuto fiducia in me, più di quanta ne avessi io in me stessa. Grazie a loro ho accettato degli incarichi che non credevo di poter assumere. Uno in particolare, quello della vicedirezione, è stato per me una rivelazione: mi sono resa conto di avere un carisma che mi permette di esercitare una leadership naturale. Ho potuto contare sul direttore del laboratorio, che ha creduto in me e mi ha inserita nella sua équipe, su mio marito, che mi sostiene nella vita di tutti i giorni, e su mio padre, che è più un motore che un sostegno.
Difficoltà, ostacoli? Il mio lavoro è estremamente creativo, ma devo svolgerlo all’interno di una struttura amministrativa molto rigida, controllata e regolamentata ed è necessario sapersi adattare alle sue regole. Il primo vero ostacolo è stata mia madre, che mi consigliava di scegliere una professione «compatibile con la vita di famiglia», il che, per il suo modo di vedere le cose, non mi lasciava molta scelta. Nella vita professionale ho incontrato due persone in particolare che hanno cercato di relegarmi a funzioni subalterne: un collega e un responsabile. Fortunatamente non allo stesso tempo! Purtroppo ci sono poche donne nel mio campo.
Sono orgogliosa del mio impegno per la transizione ecologica, di preparare il mondo di domani che si spera meno consumista e più rispettoso delle risorse naturali. Di venire spesso consultata in qualità di esperta. Ho diversi pregi: la capacità di creare collegamenti tra la mia disciplina e le altre, di ragionare per analogia, di sintetizzare i diversi aspetti di un problema, la curiosità e l’entusiasmo.
Mon métier, mes enfants, la littérature.
Simone Veil et Nelson Mandela.
Au nom de tous les miens (Martin Gray) et Forrest Gump (Robert Zemeckis).
J’ai trois modèles féminins qui m’inspirent, même s’ils ne sont pas originaux. Deux sont des figures que j’ai découvertes à l’adolescence : Simone Veil et Marie Curie. La troisième est venue plus tard : Claudie Haigneré.
Un ordinateur
Le noir
Un progrès technologique qui se mettrait au service de la dignité humaine.