Il mio percorso"In tanti mi hanno sostenuta, non si può farcela da soli. Molte persone hanno creduto in me, mi hanno dato la possibilità di lavorare, di portare avanti dei progetti…"
Sono ingegnera in progettazione di prodotti specializzata in discipline umane e sociali. Docente di scienze umane e sociali applicate all’ingegneria, dirigo un gruppo di ricerca e i moduli professionali della formazione denominata «Progettazione ergonomica e design» all’interno della filiera Industrial Design Engineering.
Ho sempre pensato che nel mondo della scienza e della tecnica manchi una visione globale dell’essere umano, fatto di carne e sangue, emozioni, sensibilità, memoria individuale e collettiva, convivenza sociale, e dell’ambiente che lo circonda. Con la mia équipe cerco di tenere presenti questi aspetti. Alle mie studentesse e ai miei studenti brillano gli occhi quando si rendono conto che è possibile vedere le cose da una prospettiva diversa.
Il mio percorso. Dopo gli studi di ingegneria meccanica all’Università di Poitiers (Francia), quando in un anfiteatro da 100 posti eravamo solo tre ragazze, sono stata una delle prime a ottenere il Master en Conception de Produits et Innovation all’Ecole Nationale Supérieure des Arts et Métiers di Parigi (ENSAM – ParisTech), dove mi sono specializzata in progettazione ergonomica e design sensoriale.
Dopo un dottorato al laboratorio di etnologia del mondo contemporaneo dell’Università Paris VII, sono stata assunta come professoressa associata all’Università di Santiago del Cile. In tanti mi hanno sostenuta, non si può farcela da soli. Molte persone hanno creduto in me, mi hanno dato la possibilità di lavorare, di portare avanti dei progetti… Altre mi sono state vicine nella vita privata capendo la passione che nutro per questo lavoro.
Difficoltà, ostacoli? Vorrei ci fossero più aiuti per progetti di ricerca applicata che abbinino discipline dell’ingegneria da un lato e scienze sociali e umane dall’altro. La mancanza di trasversalità frena il progresso tecnologico. Il secondo problema è la scarsa presenza di ragazze in tutti i rami dell’ingegneria, soprattutto nella progettazione. Le discipline tecniche sono tradizionalmente considerate appannaggio degli uomini, per questo siamo così poche. Penso però che noi donne ci rapportiamo alla tecnica e alla tecnologia in modo diverso rispetto ai colleghi maschi. La nostra società ha bisogno dello sguardo femminile.
Dopo 20 anni di lavoro, sono orgogliosa di essere riuscita a far riflettere su questi temi un centinaio di professioniste e professionisti e, soprattutto, giovani ingegnere e ingegneri, perché sono loro che costruiranno la società di domani. Sono orgogliosa del successo riscosso dai nostri progetti di ricerca scientifica e transfer tecnologico alle imprese e naturalmente del nostro team.
Le dessin, la peinture, la sculpture, j’ai une grande fascination pour le bois que j’aime travailler.
Un ensemble de femmes. Barbara. Françoise Dolto, Agatha Christie, Simone Weil et tant d’autres qui ont marqué l’histoire et inspiré d’autres femmes à oser dire et faire. Côté hommes, ce sont plus des récits de vie qui m’inspirent qu’un homme en particulier.
Le journal d’un corps ou Merci (Daniel Pennac) et Les Nouveaux Sauvages / Relatos salvajes (Damiàn Szifròn)
Ma mère. Elle m’a appris que l’intelligence était avant tout celle de la vie, et à valoriser mes savoirs.
La montre que je ne porte pas.
Le noir, couleur sans laquelle la profondeur des choses ne se verrait pas !
Pas un rêve mais plutôt l’espoir de pouvoir prendre un peu plus de temps pour la réflexion, déguster les choses de la vie… et sauvegarder ce temps.