Solange Peters

1972

Direttrice di un servizio al Centre hospitalier universitaire vaudois (CHUV), Losanna

Situation professionnelle en 2019

"Ho due maestri, uno in Europa e uno negli Stati Uniti, sempre vicini per sostenermi e guidarmi."

Il mio percorso

Sono oncologa, con una formazione in medicina e biologia. Per me, che attribuisco grande importanza alla cura delle pazienti e dei pazienti, è un grande privilegio dirigere il servizio di oncologia medica del CHUV, che centralizza il percorso delle persone malate di cancro prendendole in carico globalmente, con un interessante approccio alla formazione e alla ricerca clinica che permette di avere accesso alle innovazioni terapeutiche.

Ciò che mi appassiona. Le pazienti e i pazienti, che ci insegnano in ogni momento a dare un senso a ciò che ci circonda e che ci offrono momenti di condivisione eccezionali. La scienza, le sue scoperte e i suoi interrogativi. La politica, le sue sfide e i suoi ingranaggi. E la mia équipe: un formidabile gruppo di specialiste e specialisti assolutamente straordinari che lavorano con modalità interprofessionali uniche… E poi curare il cancro insieme, cercare di sconfiggerlo e garantire parità di trattamento in Svizzera e al di là delle nostre frontiere.

Il mio percorso. Sono arrivata fin qui grazie a un’organizzazione familiare estremamente efficace e a un marito straordinario, elementi che mi hanno permesso di fare carriera e crescere i miei figli. Ho due maestri, uno in Europa e uno negli Stati Uniti, sempre vicini per sostenermi e guidarmi. Inoltre ci sono volute perseveranza e forza di carattere (non sempre ben vista), senza dimenticare la capacità di farsi carico di un’enorme mole di lavoro, più di 70 ore alla settimana, e l’incoraggiamento delle pazienti, dei pazienti e dei loro familiari.

Difficoltà, ostacoli? Al mio livello le donne sono rare. Nel 2017, al CHUV, meno del 15% delle professoresse e dei professori (associati e ordinari) erano donne. Alla Facoltà di biologia e medicina i numeri sono migliori, con un terzo di donne presenti. Un ospedale universitario è un enorme macchinario. Non passa giorno senza problemi che tendono ad accumularsi ed è impensabile riuscire a risolverli tutti. Adoro il mio lavoro anche se, a volte, è davvero faticoso. Tutti abbiamo un nostro modo di gestire le crisi quando si presentano: il silenzio o il suo contrario, l’iperattività, l’istinto, la collera, il senso dell’umorismo, la procrastinazione… Purtroppo non esiste la ricetta perfetta o magica per risolverle, soprattutto quando si è nell’urgenza e si devono affrontare mille difficoltà. Nel mio ambiente le donne sono poche, le loro azioni vengono costantemente valutate con occhio critico e spesso si rinfacciano loro le scelte di gestione delle crisi.

Le percezioni. Le donne si vedono imporre dalla società una serie di attributi, criteri di analisi, di valutazione e requisiti che non hanno niente a che vedere con ciò che viene richiesto agli uomini. Questa situazione è ancora più evidente quando le donne sono in netta minoranza. È il nostro quotidiano e non ci deve impedire di andare avanti.

Sono innanzitutto orgogliosa del servizio di oncologia medica e del fantastico lavoro svolto quotidianamente dalla mia brillante équipe. Insieme curiamo le persone malate alla luce delle scoperte più recenti e in linea con i più elevati standard di sicurezza, proponendo nuove opzioni terapeutiche.

Sono orgogliosa dell’operato delle mie collaboratrici e dei miei collaboratori in tutti gli ambiti legati all’oncologia. Diamo il nostro contributo: alle pazienti e ai pazienti, alla scienza e alle conoscenze sulla malattia. Il mio punto di forza è l’équipe, che sa di poter contare su di me qualunque cosa accada.

Questionario di Proust

Questo riquadro viene presentato nella lingua originale
Au-delà de votre profession

La politique, la science et la pratique du sport.

Des personnes qui vous inspirent

Simone Veil, Rosa Parks, Martin Luther King et Albert Einstein.

Un livre & un film

La série des Malaussène (Daniel Pennac) et La Vita è Bella (Roberto Benigni), Still Alice (Richard Glatzer), Là-Haut (Pete Docter et Bob Peterson) et Mon voisin Totoro (Hayao Miyazaki)

Un modèle

Franco Cavalli, l’oncologue politicien tessinois, humaniste, politique, scientifique et Marie Curie.

Un objet

Je ne vois pas… Du chocolat ?

Une couleur

Le vert

Un rêve

Avoir plus de temps.