Evie Vergauwe

1982

Professoressa assistente all’Università di Ginevra (UNIGE), Ginevra

Situation professionnelle en 2019

"Di aver dimostrato che abbiamo delle risorse cognitive generali che vengono impiegate per diversi compiti e di aver contribuito a comprendere il multitasking. E di promuovere la scienza aperta in Svizzera."

Il mio percorso

Sono ricercatrice in psicologia cognitiva e dello sviluppo alla Facoltà di psicologia e scienze dell’educazione dell’Università di Ginevra. Le mie ricerche vertono sulla memoria a breve termine.

Ciò che mi appassiona. Trovare un approccio, un esperimento, una tecnica che permetterà di rispondere ai nostri quesiti essenziali: perché si dimentica così velocemente e quali strategie vengono messe in atto per ostacolare questo processo? Si tratta di una questione fondamentale studiata da lungo tempo, ma alla quale non siamo ancora veramente in grado di rispondere. L’idea di poter dare il mio contributo mi appassiona tantissimo e anche il fatto di poter comprendere perché, in quanto esseri umani, non riusciamo ad avere pensieri più complessi. Trasmettere queste conoscenze alle studentesse e agli studenti, alle specialiste e agli specialisti, è una parte importante del mio lavoro.

Il mio percorso. Ho intrapreso gli studi di psicologia in Belgio perché volevo diventare psicologa per seguire i bambini affetti da disturbi. Tuttavia, durante il secondo anno di università, ho seguito un corso di psicologia
cognitiva grazie al quale mi sono resa conto che vi sono numerose questioni fondamentali sulla cognizione ancora da chiarire (come si fanno i calcoli, come si riescono a memorizzare le informazioni, come si costruiscono le frasi ecc.); il nostro professore ci ha fatto capire che avremmo potuto costruire degli esperimenti, dare un contributo alla letteratura scientifica e alle nostre conoscenze fondamentali. Ho deciso allora che, se avessi ottenuto degli ottimi voti alla fine di quel secondo anno, avrei seguito quella strada. E così è stato. Arrivata al Master ho scelto la ricerca. In seguito ho ottenuto delle borse del Fondo nazionale svizzero (FNS) che ha sempre tenuto conto del fatto che ho avuto dei figli nel corso della mia carriera.

Difficoltà, ostacoli? L’incertezza del mercato del lavoro nel mondo accademico. Ci sono molte studentesse (più dell’80%) e numerose donne a livello di dottorato, ma il loro numero diminuisce a partire dal livello post-doc per diventare infimo a quello di docenza. Penso che talvolta sia difficile conciliare le esigenze di mobilità e di redigere delle pubblicazioni accademiche con una famiglia. Inoltre, per il momento, sono soprattutto uomini «maturi» ad avere potere decisionale e a scegliere chi assumere.

Sono orgogliosa di aver collaborato con diversi laboratori, anche con ricercatrici e ricercatori che non condividono affatto il mio punto di vista teorico, di individuare quale tecnica potrà aiutarci a rispondere alle nostre domande, di aver dimostrato che abbiamo delle risorse cognitive generali che vengono impiegate per diversi compiti e di aver contribuito a comprendere il multitasking. E di promuovere la scienza aperta in Svizzera.

Questionario di Proust

Questo riquadro viene presentato nella lingua originale
Au-delà de votre profession

La cognition

Des personnes qui vous inspirent

Anik de Ribaupierre et Jean Piaget.

Un livre

Lean in (Sheryl Sandberg)

Un modèle

D’autres femmes qui font de la recherche de haut niveau en psychologie cognitive et en psychologie développementale, tout en ayant des enfants.

Un objet

Le cerveau

Une couleur

Le bleu marine